Sono io la più grande!: Federica Luna Vincenti, 37 anni più giovane di Michele Placido, svela il loro unico legame

Sono io la più grande!: Federica Luna Vincenti, 37 anni più giovane di Michele Placido, svela il loro unico legame

Federica Luna Vincenti, moglie di Michele Placido, fa il suo debutto da attrice in Eterno Visionario, diretto proprio dal marito, 78enne e una delle figure più iconiche del cinema italiano. Questo film è tra le pellicole più attese della Festa del Cinema di Roma, e Federica, 41 anni, non è solo un’attrice: è anche produttrice, cantante, compositrice e sta studiando per diventare direttrice d’orchestra. In una recente intervista al Corriere della Sera, condivide dettagli affascinanti sul suo rapporto con l’artista, con cui è insieme dal 2002 e da cui ha avuto Gabriele, il loro figlio di 18 anni.

“Mi sento la più grande tra noi due,” scherza Federica, che ha ben 37 anni in meno di Michele. La loro storia è iniziata in modo fulminante quando si sono incontrati per la prima volta a Parabito, il luogo natale di Federica, quando lei aveva solo 19 anni. “Lo rividi l’anno dopo a Roma, in un matrimonio a Cisternino, dove Al Bano cantò e c’era tanta gente sui tetti,” ricorda con affetto.

Per Federica, stare accanto a Michele è stata “come scalare una montagna.” La sua timidezza e mancanza di autostima iniziali l’hanno spinta a indossare una “corazza” e a mettersi in secondo piano per supportare il talento del marito, invece di cercare ruoli da protagonista nei suoi film. Nonostante provenga dall’Accademia d’Arte Drammatica, ha sempre considerato la produzione come la sua vera priorità. E Michele l’ha lasciata libera di esplorare il suo percorso: “Non ha mai voluto interferire.”

Ora che è tornata a recitare, Federica ammette di trovarsi bene e di aver affrontato pregiudizi nel suo nuovo ruolo. “Il più tenero è che approfittassi di Michele. Ma, ironia della sorte, sono io quella più ‘anziana’, con i miei acciacchi. La mia risposta è stata lavorare sodo.” Si definisce “concreta, granitica e rigida,” spiegando che le notti insonni a causa dei problemi di budget non le lasciano tregua. “Fino a 25 anni ero incredibilmente timida,” rivela.

Lavorare con Michele è stata un’esperienza gratificante: “Abbiamo un’intesa artistica viscerale. Lui mi dice sempre: ‘Quando reciti, mi fido solo di te.’” Ma come in ogni relazione, ci sono anche i litigi. “Lui dimentica tutto dopo mezz’ora, io ci metto un po’ di più a smaltire,” confessa ridendo.

Quando le si chiede cosa la unisca a Michele, Federica non esita: “Gabriele, e una profonda cicatrice: il dolore per la perdita della nostra figlia al settimo mese. È un’esperienza che segna, che non si può raccontare come una semplice partita di carte. Quel dolore e quell’emotività nuda e forte la vivo ancora oggi in ogni mio progetto.”

Un viaggio ricco di emozioni e resilienza, quello di Federica, che dimostra come l’amore e l’arte possano intrecciarsi in modi inaspettati e profondi.

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